Autonomie, territorio, femminismo di Margherita Cogo
Autonomie, territorio, femminismo
di Margherita Cogo, Comitato scientifico degli Stati Generali delle Donne
CHI E’ ROBERTA BERGAMO
È candidata al Senato nel collegio della Valsugana (Trentino), Vicesegretaria del PATT ( Partito Autonomista Trentino Tirolese), consigliera comunale del comune di Pergine Valsugana.
Ha ricoperto ruoli di responsabilità, quale ad esempio di General Manager, in occasione delle Universiadi invernali, tenutesi in Trentino nel 2013.
Ora è pensionata, dopo aver svolto il ruolo di assistente amministrativa in alcuni enti pubblici, quali il comune di Trento e nella Comunità Alta Valsugana Brenstol.
Oggi candida sotto i segni del PATT/SVP, senza allearsi con alcun polo, blockfrei, letteralmente non allineato. Negli ultimi decenni l’alleanza, per cui candida, si era alleata con il centrosinistra, ma oggi con la probabilità altissima della vittoria del centrodestra, ha deciso di rimanere neutrale e di far pesare i propri possibili senatori e deputati nel prossimo Parlamento, a fronte di ulteriori concessioni alla nostra AUTONOMIA.
COS’E L’AUTONOMIA IN TRENTINO
Va detto che le nostre due Province Autonome di Trento e Bolzano e la nostra Regione Autonoma, negli ultimi 4 anni di governo di centrodestra in Trentino e dell’accordo di governo in Alto Adige con la Lega, non hanno prodotto più alcuna norma di attuazione delle Statuto di Autonomia e questo non aiuta l’autogoverno del territorio. La Carta Costituzionale e gli Statuti di rango costituzionale, vanno declinati e aggiornati costantemente con previsioni puntuali sia sotto il profilo finanziario come normativo.
RIFLESSIONE FEMMINISTA
Una breve riflessione di stampo femminista, laddove femminismo significa parità di diritti e doveri tra donne e uomini.
Giorgia Meloni ha recentemente affermato:
“Le donne di destra interpretano la parità come una sfida e non come una concessione. Noi sappiamo che, qualunque sia il nostro sesso, nessuno ti regala niente. Sto al gioco degli uomini e non ho mai accettato il principio di ricevere un trattamento diverso perché donna, perché voglio raggiungere i miei obiettivi grazie alle mie capacità e non per il genere. Anche perché sono convinta che le donne abbiano delle capacità distintive che possono fare la differenza“.
Innanzitutto, come donna di sinistra, ho sempre pensato che la parità fosse un diritto, sancito anche dalla nostra Costituzione. È chiaro che per abbattere il monopolio politico degli uomini si debbano usare tutti i mezzi lecitamente possibili e che in una prima fase si debba “stare al gioco” degli uomini, ma non per imitarli e mi pare che la Meloni tracci invece una linea politica in coerenza con quella maschile.
Concordo con la leader di FdI che le donne possano fare la differenza, ma solo se gli obiettivi politici hanno al centro la volontà di ridurre, se non eliminare le disuguaglianze oggi esistenti tra donne e uomini e non ho sentito una sola parola della Meloni, in questa direzione.
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